Forti le polemiche e le mobilitazioni causate, ai primi anni settanta, dello scarico di fanghi rossi altamente tossici nel mare. I giornali commentano: sono stati contaminati dai residui di biossido di titanio circa mille chilometri quadrati di fondali tra la Corsica, la Capraia e la Gorgona. Ora sono minacciate le isole del Giglio e di Pianosa.

Un lungo strascico polemico si conclude con l’analisi di un istituto di ricerca pubblico che, con sentenza sibillina, conferma la possibilità dello scarico in mare, ma richiede di spostare l’area interessata più a largo, in un triangolo a nord di Capo Corso, tra la Corsica e la Capraia, dove, con oltre 1500 metri di fondale, le acque sono particolarmente profonde.

La decisione ha validità di sei mesi. Ne segue, a febbraio del 1973, uno sciopero generale di protesta in Corsica a sostegno dei pescatori dell’isola. «Le Figaro» titola: Il mediterraneo pattumiera chimica?.  Una bomba esplode su un traghetto che collega l’Italia alla Corsica; altre scoppieranno qualche mese dopo. Una nuova relazione tecnica conferma gli effetti inquinanti, ma l’autorizzazione viene prorogata, con un ulteriore accorgimento ovvero una tubazione che permette lo scarico a maggiore profondità, sia pure come soluzione temporanea. Le proteste in Corsica si intensificano creando una certa inquietudine nel governo francese.

Numerose le manifestazioni, in Italia e in Francia, lungo tutto il litorale da Livorno a Marsiglia, dove un partecipato corteo termina presso la Facoltà di Scienze. Il ministro socialista Pieraccini, in una conversazione con le autorità francesi preoccupate per gli effetti sulla Corsica, esprime la difficoltà di gestire la difficile conciliazione tra «l’occupazione operaia e l’inquinamento ambientale». Nel 1974 il pretore di Livorno ritiene cinque massimi dirigenti della Montedison responsabili di inquinamento del mar Tirreno e li condanna a tre mesi e 20 giorni di reclusione ciascuno.

Due anni dopo in appello i cinque imputati vengono invece prosciolti. A fine decennio è provvidenziale un intervento dell’Europa: una direttiva europea in materia impone regole restrittive per lo smaltimento dei rifiuti a tutto il continente e ci si avvia lentamente a una soluzione. Da notare che, ancora nel nuovo millennio il tema dei fanghi rossi – e dei gessi in cui vengono trasformati per renderli teoricamente innocui – non sarà del tutto sopito: anch’essi tossici, nel 2002 richiederanno ulteriori interventi di bonifica.

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