Che enorme novità la televisione: il suo arrivo è così fantastico da far impallidire anche innovazioni più vicine a noi come Internet. In Italia le trasmissioni hanno inizio nel 1954 attraverso una società, la Rai, di proprietà della holding pubblica Iri. La sua rapidissima diffusione favorisce una omologazione linguistica, in larga parte ancora assente nel paese, e introduce nuove immagini e canoni culturali. Già nel 1963 sono 15 milioni gli italiani che guardano regolarmente la tv in prima serata. La tv parte ingessata, paludata e piuttosto bacchettona, ma col tempo si fa meno austera; non passa molto prima che le gemelle Kessler mostrino le gambe, indossando gonne ben sopra il ginocchio. Commenta favorevolmente il pur sobrio «Corriere della Sera»: «Il programma “Giardini d’Inverno” dimostra che si può lasciare da parte certa goffa pruderie vittoriana senza per questo finire nell’equivoco e nello sconveniente» Gli spot di Carosello rivelano ai produttori il potere della pubblicità nella distribuzione dei propri articoli: Con il lancio della Nutella nel 1964, prodotto «adatto alle esigenze di consumatori che vivono più agiatamente e […] commerciabile su ogni mercato», la società spicca il volo. La centralità dell’informazione diffusa dai telegiornali non sfugge alla politica: la Democrazia cristiana, partito di maggioranza relativa solidamente ancorato al potere, è pronta a coglierne i vantaggi e, da subito, gli sforzi per controllarla divengono una costante dello scontro politico; all’epoca, è lo specchio di una democrazia giovane, ma restano una costante fino ai giorni nostri. Fin dall’inizio, come commenta in quegli anni Kogan, “a differenza della Bbc inglese, la Rai diramava notizie e commenti in forma favorevole al partito al potere, ossia la Dc. Né gli alleati minori del partito di maggioranza, né i partiti di opposizione avevano mai avuto la possibilità di esprimersi attraverso la Rai-tv, ed essi avevano protestato per anni senza risultati”.
Articolo tratto dal Libro “Destinazione Euro – Politica e finanza in Italia dal “miracolo” a Maastricht, 1957-1992” di Francesco Giordano.
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Destinazione Euro, Donzelli editore